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foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

Fritto, frittate, frittelle

Posted by on Mag 15, 2015 in Ricette del Dogado | 0 comments

La città di Venezia sin dalla sua fondazione ha basato la sua economia sui commerci con il mondo orientale diventando un grande polo artistico e culturale in costante osservazione da tutta Europa e molto spesso le corti italiane e straniere ne imitarono la genesi trasferendone molti aspetti sia politici che organizzativi, oltre ad esserne essa stessa contaminata dalla presenza costante di commercianti che provenivano dalle corti estere. basti pensare alla cucina che piano piano si evolveva quando prendeva spunti dalle ricette che provenivano da Costantinopoli o da Ragusa, dalla Morea o da Cipro, così pure da Creata o da Antiochia, solo per citare alcuni luoghi importanti frequentati dai mercanti veneziani. I banchetti veneziani si arricchirono di nuove specialità, i gusti si moltiplicarono e si mescolavano assieme alla scoperta di ingredienti che si trovavano esclusivamente nei mercati orientali, basti ricordare le spezie o i procedimenti per realizzare alcuni piatti che ancora oggi siamo in grado di assaporare.

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Il riso nasce sull’acqua

Posted by on Mag 3, 2015 in Ricette del Dogado | 0 comments

“El riso nase su l’acqua ma el more sul vin” certe volte basta un vecchio detto per stabilire quali erano le finalità e gli scopi della cucina della Repubblica Serenissima. Un territorio che partiva da Venezia e arrivava al Polesine a sud e fino ad Aquileia a nord e si allungava fino a raggiungere Bergamo ad ovest e poi giù per tutta la costa dalmata a est. I traffici iniziati da Venezia con l’oriente portavano al mercato di Rialto delle infinite varietà di ingredienti dalle spezie delle isole Molucche, alle pietanze fritte del medio oriente, dal caffè ai vini aromatici tipici delle isole del mar Egeo. Dall’estremo oriente è arrivato anche il riso e subito entrò nelle cucine venete tanto che alcuni dogi convinti di aver trovato un alimento nobile ne adottarono il loro uso facendolo diventare quasi una prerogativa riservata al loro rango; “risi e bisi” ad esempio fu subito definito piatto del Doge.

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Sua maestà il baccalà

Posted by on Apr 22, 2015 in Ricette del Dogado | 0 comments

Baccalà mantecato alla veneziana della Serenissima Confraternita, delicato nel gusto e raffinato nel sapore, non bisogna eccedere con l’aglio però, altrimenti si paga la conseguenza di sentirlo sempre in bocca e forse a qualcuno questo non piace.

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Ritorno a Burano

Posted by on Apr 21, 2015 in gite, la cucina, vacanze | 0 comments

Catina e Polo sono due innamorati e vivono a Burano, sono giovani e ogni tanto si frequentano, Polo è un pescatore e deve lavorare molto se vuole sposare la ragazzina di calle della Provvidenza, lei è bella, dolce, ha modi gentili e cerca di non essere di peso alla famiglia facendo dei piccoli servizi presso alcune signore dell’isola. Qui tutti si conoscono e perciò sono a conoscenza dell’amore che è sbocciato tra i due giovinetti, non li ostacolano semmai la mamma di Catina cerca di metterla in guardia dalle scelte troppo frettolose. Polo lavora tanto, si muove con la sua barca per tutta la laguna, ne conosce ogni segreto anche quelli più nascosti tra le barene, è un grande specchio d’acqua ma è anche un labirinto pericoloso soprattutto quando sale la nebbia e si fa fatica a tornare a casa, ma Polo è sempre riuscito a tornare, a farcela, anche quando il tempo è minaccioso.

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Torsela in dolse, “prenderla con calma”

Posted by on Apr 17, 2015 in Diario, La caneva, La casa, storie paesane | 0 comments

Due donne vivevano su due grandi casone che avevano due grandi corti, in una vivevano quattro famiglie composte di molte persone, mentre nell’altra erano molto meno, di qua ci si arrangiava a vivere dignitosamente, ma con fatica, dall’altra parte invece regnava l’abbondanza e come conseguenza anche l’arroganza. Genoveffa viveva di qua e Carmela viveva di là e un grande fossato divideva le due corti, entrambe ben curate, da una parte gironzolavano diversi capi di pollame che beccando insistentemente contribuivano a tener pulita l’aia e tutta la pertinenza attorno alla casa, dall’altra invece era il proprietario che si incaricava della pulizia della corte tagliando con la falce l’erba che diventava più alta del dovuto.

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