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foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

L’orto de casa, “Ora et Labora”

Posted by on Mag 9, 2020 in Diario, gite, la corte, storie paesane | 0 comments

L’orto de casa e “Ora et Labora” sono frasi ben legate tra loro per descrivere la località di Correzzola. Un comune che si trova a sud-est di Padova, nella Saccisica il territorio che lambisce l’area valliva della laguna sud di Venezia, la incontriamo anche percorrendo gli argini del fiume Bacchiglione andando verso Chioggia da Padova, nella pista ciclabile che ho chiamato “Ciclovia degli Aviatori”, perché il tracciato parte e passa nei luoghi che ricordano i primi voli effettuati con aeromobili in Italia compresi quelli del pioniere Leonino da Zara. Ha sorvolata sicuramente questi posti con il suo velivolo, circa 100 anni fa, per l’ardente desiderio di vedere il mare, dal cielo.

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Ciclovia degli aviatori 2 tappa

Posted by on Apr 12, 2018 in Diario, gite, la corte, storie paesane | 0 comments

Dopo una buona pausa nel piccolo paese di Bovolenta finalmente riprendiamo il nostro viaggio in bicicletta sul tracciato I2 ma che noi abbiamo rinominato Ciclovia degli Aviatori seguendo con diligenza il fiume Bacchiglione e per poterlo fare in modo più agevole scegliamo la riva sinistra anche se è un percorso da fare assieme alle auto, solo per un certo tratto fino a Pontelongo e poi a Correzzola nella zona sud di Padova.

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La stagione dell’abbondanza

Posted by on Set 12, 2017 in Diario, gite, La caneva, la corte, la cucina, la stalla, vacanze | 0 comments

Un’estate straordinaria dalle condizioni climatiche eccezionali ha dato abbondanti di frutti, un clima assolato e seppure caldo permesso di vivere la piena libertà all’aria aperta e girando in bicicletta sugli argini che circondano il nostro territorio abbiamo incontrato tante persone, di tutte le età e spesso sudati per lo sforzo di pedalare ma anche liberi di assaporare la bellezza della libertà che si vive quando non si è costretti a vivere dentro casa. Alcuni lavoravano nel campo o negli orti uomini e donne molto indaffarati per irrorare d’acqua le piantine piccole o per raccogliere i frutti maturi, a volte danzavano tra le file di piante sia di pomodori che di melanzane o peperoni. In alcuni incontri abbiamo notato dei vistosi cappelli di paglia che coprivano il capo per proteggerlo dalle insolazioni ma anche per dare un tocco di magica atmosfera retrò proprio come quella che stiamo cercando nelle nostre ricerche fotografiche.

Infatti con la fantasia siamo tornati ad immaginare questo periodo estivo di alcuni decenni fa, con tutti i lavori che si facevano in quel tempo, la moltitudine di uomini e ragazzi impegnati durante la mietitura del grano che divisi per file e con le falci in mano tagliavano le spighe mature e poi le riunivano in fasci “e crosete” accavallati uno sopra l’altro, dietro a loro il carro trainato dai buoi e più tardi negli anni tirato dal trattore Landini mosso a passo d’uomo per consentire ad altri di caricarlo dei fasci di spighe di grano. Poi piano piano tutti ritornavano nella corte per preparare il grande mucchio “el cavajon” e di lì a pochi giorni dovevano essere frantumate dalla trebbia per ottenere il frumento, la macchina giungeva in corte dopo avere trebbiato in altre corti delle fattorie vicine (le casone), ed era una festa per tutti guardando l’abbondanza di chicchi suddivisi in sacchi di iuta e consegnati alle altre famiglie che poi li mettevano nel granaio e dal grano macinato ricavavano la farina, da adoperare in cucina nelle diverse ricette per il pane, i dolci, la pasta o per friggere.

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Amicizie e amori al tempo del filò

Posted by on Mar 30, 2017 in Diario, La casa, la corte, la stalla | 0 comments

Alla fine del Settecento si assiste al tramonto della Repubblica Serenissima dopo la conquista da parte di Napoleone, a Venezia il potere politico viene assegnato ai cittadini completamente incapaci fanno solo disordine, i nobili erano già andati via nelle loro ville di campagna a continuare la loro vita di sempre. Con questo clima nasce la Repubblica Cisalpina guidata prima dalla Francia e poi dall’Impero d’Austria, si vive con un velato potere dato al popolo ma velato di imperialismo. Parte dell’Italia non rimane a guardare e i Savoia, al grido di “Italia o morte” partono alla conquista per riunificarla.

Questi eventi erano solo illusione di un cambiamento, per la popolazione che si ritrovò più oberata di tasse di prima, sempre più povera, costretta a fuggire per cercare un altro sostentamento in luoghi a volte molto lontani, nella terra argentina o nelle grandissime fattorie brasiliane. I veneti rimasti sotto il dominio austriaco subirono tra l’altro la confisca dei molti beni che erano di proprietà degli ordini religiosi poi assegnati ad altre famiglie nobili e si sa che non conoscevano la lunga storia della Serenissima la quale coltivava i terreni e li controllava con l’aiuto delle comunità monastiche, al contrario dei nuovi arrivati che estranei ad ogni situazione sceglievano solo il loro profitto a volte oltre misura, così alcuni terreni lasciati all’incuria e agli eventi atmosferici ritornarono ad essere paludosi.

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Cativi come ea peste

Posted by on Ago 15, 2016 in Diario, la corte | 0 comments

L’estate era la stagione giusta per vivere intensamente all’aria aperta, i suoi giorni caldi e lunghi favorivano il gioco con delle sfide infinite. Le lezioni scolastiche erano sospese per le vacanze e ai bambini era concessa ogni possibilità di svago, dai giochi più banali come correre e ricorrersi per prendersi, acchiapparsi e anche inseguire un cerchio lanciato lontano con un bastoncino, poi c’erano le sfide a squadre inventate a proposito, di calcio, biglie di terracotta, salta cavallina e così via.

Nelle grandi case di una volta ci vivevano molti bambini perché più famiglie convivevano assieme, delle leggi fasciste oltre tutto favorivano la procreazione e premiavano le famiglie numerose, così nuvole di fratelli e cugini coetanei se non quasi si rincorrevano in cortile, tutti in egual modo chiassosi che sfuggivano o si coalizzavano per generare ogni pur piccola gara a chi faceva meglio quella tal cosa e qualche volta si scappava piangendo quando certi scherzi avevano un impatto troppo forte. Le bambine si mettevano sotto l’ombra della grande pianta a vestire e rivestire con pezzi di stoffa recuperata qua e là delle bamboline realizzate con le foglie del granoturco o più belle se realizzate in legno scolpito e poi colorate da un adulto bravo a dipingerle.

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Il cambio di stagione

Posted by on Giu 18, 2016 in Diario, La casa, la corte | 0 comments

Quando arrivava la bella stagione e le temperature cambiavano sensibilmente, in tutte le case si assisteva alla grande frenesia di questo cambio di stagione. “El cambio de stajon” voleva dire disfarsi di tutti gli indumenti usati durante l’inverno e tirar fuori dai bauli adagiati sugli angoli delle stanze o negli stanzoni enormi del sottotetto chiamati solitamente i granai, “el granaro”, perché luogo adatto alla conservazione delle granaglie raccolte durante la mietitura, sempre ben controllato dai gatti intenti a distruggere i topi che si annidavano, sia cacciandoli che facendoli fuggire lontano.

Dalle soffitte si tiravano fuori i capi più leggeri, di cotone o di canapa, adatti al clima più caldo dell’estate che stava arrivando e si mettevano a riposo quelli invernali fatti di lana, velluto o cotone pesante, si tiravano giù i materassi fatti di crine per sostituire quelli di lana più adatti alla stagione più fredda. Nelle case di campagna il guardaroba non era mai troppo voluminoso, al massimo si potevano scovare fuori un paio di cambi di tutto il necessario tra camice, pantaloni, canottiere, mutande, lenzuola, federe, un copriletto, degli asciugamani, pochi calzini perché si stava quasi sempre scalzi, in più c’era un completo da festa in tinte scure che poteva andare bene sia per le cerimonie religiose come qualche matrimonio anche se d’estate erano piuttosto rari perché tutti erano impegnati a lavorare o per qualche funerale e poteva anche succedere perché alla morte non interessava se molti erano impegnati in tantissimi lavori nei campi.

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Tre uova prese di nascosto

Posted by on Mar 27, 2015 in Diario, La casa, la corte | 0 comments

“Tre ovi tolti de scondon” poteva essere questo il titolo della breve storia che vi voglio raccontare.

Antonella e Laura erano grandi amiche, frequentavano la stessa classe e vivevano in due case vicine e sulla stessa via, le abitazioni erano una di fronte all’altra e perciò nei pomeriggi liberi, dopo la scuola si trovavano spesso a giocare insieme. Dentro alla proprietà di Antonella e vicino alla casona si trovava della vigna, non troppe piante, utili alla famiglia, di fronte all’uscio di casa c’era una baracca e dietro ad essa la stalletta del maiale, poco più in là dove terminavano i filari c’era uno spiazzo di prato tutto recintato da una siepe alta che proteggeva la cesura e le viti dalle folate di vento. In questo angolo quasi intimo le due bambine avevano portato dei ceppi di legno per improvvisare una specie di salotto che occupavano nelle giornate di bel tempo, dove intavolavano dialoghi e faccende con le loro due bambole di pezza. 

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La neve

Posted by on Mar 6, 2015 in Diario, La casa, la corte, Le camere, le camere dei figli | 0 comments

Se ci capita di ascoltare dei vecchi racconti e si discute di tempo (meteorologico), allora ci si trova daccordo nel dire che una volta era tutto molto diverso, perché l’inverno era inverno e così pure le altre stagioni.

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