El sa da bon

“El sa da bon”, “sa di buono”, “quello è buono”, una frase semplice, ma chissà quante volte una mamma l’ha detta al suo bambino, magari subito dopo un bagnetto o solo prendendolo in braccio, poche parole ma che contengono tanti propositi. È passato un anno da quando è stata iniziata questa avventura e naturalmente sembra ieri che si stava farfugliando le prime idee su come creare questo blog, la sua impostazione, la sua missione, sulla estetica, su chi si doveva occupare delle ricerche storiche e fotografiche, su chi doveva scrivere gli articoli, ma anche la sua apertura sul mondo, con lo scopo di far conoscere quella vita che sembrava dimenticata.
Ecco che sono state realizzate delle mostre in alcuni paesi dei dintorni, in occasione di sagre o di manifestazioni legate alle tradizioni di uno specifico luogo e siamo stati presenti con le nostre pagine ricche di immagini riprodotte, di quelle foto che alcune famiglie ci hanno consegnato. Abbiamo creato dei fogli incollandoci sopra le riproduzioni e poi appesi con dei ganci su dei supporti, ma anche improvvisando delle soluzioni originali nei luoghi della manifestazione in corso.
Ad inizio anno erano dentro alle vetrine di alcuni negozi di Casalserugo, località di Padova, erano poche ma significative, poi siamo stati alla manifestazione della “Remada a seconda” a Bovolenta (località che conoscete ormai) all’interno di uno spazio ben visibile e perciò le pagine erano molte di più, poi alla “Festa di sant’Eurosia” a Ca’ Murà località di Bertipaglia in territorio di Maserà di Padova, con dei ganci le varie “pagine” di vita facevano bella figura attaccate alla cinta del muro di villa Petrobelli, peccato per il maltempo che ci ha costretti a smontarle in fretta e furia poco prima dell’arrivo di un temporale. Alla “Fiera di sant’Agostino” di Conselve abbiamo ritentato con l’esporre le foto in un negozio di calzature e il successo è stato interessante. Poi siamo stati alla “Festa dei sapori e delle tradizioni” di Terrassa Padovana, un’altra località padovana, dove le “pagine” erano agganciate a delle bacheche realizzate da un bravo falegname, con questa soluzione si è potuto sistemarle dove era più utile, pochi giorni dopo alla “Fiera dell’equinozio d’autunno” a Casalserugo, qui abbiamo potuto sperimentare una vera mostra di “street art” e ci ha affascinato tanto anche perché la disposizione dei cavalletti invitava ad entrare in una stanzetta ad ammirare un museo creato dalla fantasia di un bravo uomo di novantadue anni, c’erano foto e oggetti di una volta che coinvolgevano le persone a ricordare e raccontare storie dal fascino retrò. Poi la grande mostra dentro al patronato di Ronchi del volo, località di Casalserugo, in occasione della “Festa di san Martino” patrono del paese, sviluppata a tema dove si raccontavano, con le vecchie foto, le vacanze, le gite, i pellegrinaggi, una straordinaria esperienza vista da centinaia di persone che ci hanno fatto tantissimi complimenti. Infine l’ultima mostra alla “Festa della Gallina di Polverara” a Polverara, paese del padovano, distribuita lungo un bel corridoio di transito, faceva convogliare le persone nei vari luoghi dove si svolgeva la festa e creava quel legante tra la zona ludica con la zona gastronomica, dimostrava con la sua bellezza tutto quello che stiamo descrivendo in questo blog, l’importanza di tenere vive le tradizioni, la storia, la cucina di una volta fatta di ingredienti semplici e genuini che prendono per la gola tutti coloro che desiderano esserne coinvolti.
- le prime foto esposte nei negozi
- mostra alla “remada a seconda”
- festa di santa Eurosia a Ca’ Murà
- street art alla fiera di Casalserugo
- mostra alla festa dei “sapori e tradizioni” a Terrassa
- mostra alla festa della “gallina di polverara”
“El sa”, “è uno che sa” da “sapere”, credo infine che tutto quello che abbiamo fatto quest’anno per far sapere è stato centrato in pieno proprio perché l’interesse è stato molto e noi ne siamo rimasti abbastanza sorpresi.
Ma poi le ricette scritte, non solo per il gusto di riportare dei piatti della nostra tradizione, ma per poterle sperimentare creando degli abbinamenti insoliti, ci ha inorgoglito ancora di più e con questo vorrei proprio affermare che abbiamo fatto in modo di farvi provare quel “sa da bon”, se per caso avete gustato un piatto o preparato un dolce legandolo a quella tipicità che lo inserisce in una data festa ricordata. Sapendolo poi radicato in quella terra d’origine dove i nostri antenati sono venuti al mondo e seppur vivendo lontano e a volte molto lontano da questo Veneto, che vorrebbe dirvi molte storie, che sta patendo. Lo vorrebbe fare gridando ma non può perché dopo essere stato sventrato da secoli di conflitti non ha più fiato per gridare. In compenso continua a dare frutti buoni e copiosi.
Ultima cosa da scrivere sono le incursioni fotografiche fatte in certe fiere e manifestazioni storiche del Veneto a scattare delle foto perché “se meio brusare un paese piutosto che desmentegare na tradision” “è meglio bruciare un paese piuttosto che dimenticare una tradizione antica”, le fiere che abbiamo visitato con la macchina fotografica sono state quelle di Arsego nel padovano e di Mirano nel veneziano, poi la “Sagra del pesce” di Chioggia nel veneziano, la “Festa della Madonna dell’Apparizione” a Pellestrina, sul litorale della laguna veneta, la “Regata Storica” di Venezia, la “Ciclovia degli Aviatori”, siamo andati a fotografare i corridori de “l’Euganea” hanno girato per i colli euganei con biciclette d’epoca, la “Mille Miglia” in località Battaglia terme, il “Presepio vivente” di Pontelongo nel padovano, la “Marciliana in territorio padovano” a Correzzola nel padovano e l’altro ieri la “Festa del Torcolato” a Breganze nel vicentino, un vino questo torcolato che veramente “el sa da bon”. Per il 2015 si spera di fare di più e meglio magari entrando in qualche cantina con una mostra di adeguata importanza e poi continueremo con la mostra per strada ma in quelle feste dove la nostra presenza è di sicura portata culturale.
Una frase che dice il contrario di questo modo di dire è “el sa da freschin”, “sa di freschino (parola veneta intraducibile)”. A parte gli inevitabili imprevisti è stato un anno straordinario.