Pages Navigation Menu

foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

La corte

casa-carrarettoQuando si apriva la porta del tinello, quella che di solito si affaccia a “mezzodì“, si aveva davanti agli occhi un grande spiazzo usato per tante situazioni, la corte. Un’aia che a volte diventava spazio di lavoro o grande campo per i giochi dei bambini. Nel casone di paglia la corte o il cortile che dir si voglia era indispensabile perché gli spazi riservati all’abitazione erano piccoli stretti e difficili da vivere e così quando la stagione lo permetteva gran parte delle faccende si trsferivano fuori nella corte. Nelle casone diventava piazza per far spostare carri e carretti, se arrivava la trebbia si trebbiava, se c’era da seccare il grano, i fagioli, il grano turco, lo si stendeva e con le pale lo si governava. Sulla corte si mettevano le casse con l’uva appena vendemmiata, tutte accatastate in ordine per trasferirle nella “caneva” dove l’uva veniva pigiata per fare il vino, ma anche diventava luogo per stendere la biancheria ad asciugare al sole. I bambini allora usavano i panni stesi per giocare a nascondino.

Molti giochi si facevano sulla corte e dato che di solito era ricoperta di pietre di cotto veniva in aiuto quando la pioggia bagnava la terra e non si poteva giocare per i campi pieni di pantano. E poi era come farli nella piazza del paese solo che era proprio fuori dalla porta di casa e infatti arrivavano i bambini delle case vicine e allora si potevano fare delle squadre più numerose. Il tempo sembrava non finire mai soprattutto nei giorni estivi di vacanza dalla scuola e si inventavano competizioni dai nomi strani sentiti magari sul momento ma subito adottati anche con regolamenti improvvisati. E quando arrivava l’imbrunire e qualcuno chiamava a raccolta per consumare la cena non si dava molta importanza al quel grido perché si voleva che quel tempo non finisse mai.