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Par condicio – Santa Eurosia

Par condicio – Santa Eurosia

Sul passaggio dalla stagione primaverile all’estate ho scritto alcuni articoli, giorni fa, ho raccontato l’importanza che certi santi hanno nel calendario visto che si trovano nel solstizio d’estate e ho citato san Giovanni Battista e poi i santi Pietro e Paolo.

Quando sono stati letti c’è stato chi si è lamentato perché ho tralasciato di nominare le sante donne. Una fatale dimenticanza qui subito rimediata.

Se negli articoli precedenti sono state ricordate le donne come protagoniste dei riti propiziatori tipici del solstizio d’estate, ci mancava la santa donna e in questo caso è una santa giovinetta che si chiamava Eurosia (nome greco che sta a significare Buona Rugiada). E francamente neppure sapevo che il giorno dopo san Giovanni il 24 giugno si venerasse santa Eurosia, il 25 giugno. Qualcuno mi ha rinfrescato sull’importanza del suo ricordo e lo si fa anche in una chiesetta di campagna che si trova poco distante da dove abito in una località molto bella e lussureggiante che si chiama Ca’ Murà, in territorio di Beripaglia, un paesino della bassa padovana vicino a Maserà e Casalserugo . Il “Circolo Culturale Ca’ Murà” infatti si sta prodigando per far riportare al suo originale splendore questa antica chiesetta e il suo borgo, che ha origini che si perdono nel tempo, da certi racconti riportati, forse per dare importanza a questo posto tranquillo e adatto alla meditazione, si parla di un incontro fatto da due grandi amici dell’ordine francescano, frate Francesco e frate Antonio. Dell’esistenza di un convento non ci sono dubbi proprio per l’etimologia del termine, infatti Ca’ Murà non vuol dire altro che “casa murata” e quindi in questo posto si doveva trovare una comunità che cercava riparo e protezione. E che ci siano stati frati e in seguito monache e viceversa poco importa, importa il fatto che in questo luogo per tradizione si venerava santo Stefano martire e verso la fine del ‘500, forse per l’influsso portato dai pellegrini che transitavano per queste distese sconfinate di campi, boschi, paludi, giunse la venerazione per santa Eurosia, supplicata anche nell’isola delle Vignole nella laguna di Venezia, perché sin dai primi tempi veniva invocata in aiuto contro le tempeste e le burrasche che arrivavano dal cielo.

Raccontiamo un po’ della sua vita: nacque in Boemia e subito rimase orfana di entrambi i genitori e così la presero con sé i conti di Boemia che la allevarono dandole una buona educazione indirizzata anche alla vita cristiana; giunta all’età di sedici anni fu promessa sposa del principe di Aragona e così partì per raggiungerlo ma la carovana, appena valicati i Pirenei in territorio spagnolo, fu intecettata da una banda di saraceni che dopo aver ucciso tutti i componeneti del corteo presero la giovinetta Eurosia per farla diventare la sposa del capo di questi banditi sanguinari. Ovviamente lei non accettò e scappo nelle montagne ma purtroppo fu ritrovata e dopo aver espresso il desiderio di rimanere cristiana, al capo-banda non rimase altra soluzione che ucciderla e nel modo più truce. Le furono mozzate le mani e poi i piedi ed infine la testa, ma appena fu consumato questo delitto così atroce il cielo si scatenò in una tempesta di tuoni e fulmini e grandine che fece scappare di paura i saraceni lasciandola morta nella grotta dove poi venne ritrovata. E sono singolari le frasi che risuonarono in cielo seppur scatenato da tuoni, fulmini e grandine, accogliente delle generose preghiere della giovinetta: “Sia dato a lei il dono di sedare le tempeste, ovunque sia invocato il suo nome”. Due anni dopo un giovane pastore la ritrovò nel luogo del martirio e con la comunità raccolta decisero di trasferirla nella chiesa di Jaca, era il 25 giugno, anche oggi è il giorno che viene ricordata.

A Ca’ Murà hanno scelto di onorarla il giorno 12 luglio facendole una festa, la piccola contrada si animerà con delle sorprese messe in programma della fantasia degli organizzatori.

Per conoscere di più questo borgo: http//chiesettacamura.blogspot.it

La foto proviene dalla collezione di Paolo Nequinio e mostra com’era il cortiletto della chiestta di Ca’ Murà alcuni decenni fa.
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