Grazie EXPO
All’inizio c’è stata parecchia esitazione perché mancavano le condizioni per andare all’EXPO, poi le circostanze sono cambiate e così abbiamo potuto preparare e affrontare il viaggio. Lo abbiamo pensato come un pellegrinaggio delle emozioni e la prima scelta condivisa in pieno è stata quella di raggiungere Milano e poi il luogo dove si alloggiava percorrendo le strade con la segnaletica blu, le strade statali per capirci. Come dei moderni pellegrini pronti a raggiungere una località disponendo di una cartina stradale piuttosto datata, il senso di orientamento, dei consigli raccolti lungo il percorso e il tempo, da gestire senza particolari apprensioni. L’obbiettivo era quello di arrivare alla casa che ci ospitava, visitare l’EXPO e alla fine ritornare ai nostri paesi nel Veneto senza avere percorso le strade veloci, costruite per l’uomo che non ha mai tempo.
Read MoreSua maestà il baccalà
Baccalà mantecato alla veneziana della Serenissima Confraternita, delicato nel gusto e raffinato nel sapore, non bisogna eccedere con l’aglio però, altrimenti si paga la conseguenza di sentirlo sempre in bocca e forse a qualcuno questo non piace.
Read MoreEl diavolon
Quando vivevo in una osteria, che era anche bottega “de casoin” mi capitava di assistere a degli episodi che avevano del fantastico. A noi bambini poteva risultare facile mettere tanta fantasia agli avvenimenti perché questa era la nostra natura e poi gli adulti ci aiutavano in continuazione a svilupparla. Infatti le nostre letture erano quasi sempre dei racconti immaginari e a scuola le cose non cambiavano anzi nei nostri libri di lettura tali racconti ricchi di inventiva e distanti dalla vita reale erano stampati con grande abbondanza.
I giorni vicini alle feste di Natale testimoniavano quanto ho appena scritto e infatti nei nostri libri i brevi racconti erano legati alla stagione che si stava vivendo, l’autunno e poi tra pochi giorni l’inverno, le altre, erano fiabe tratte dalle varie storie nordiche che in qualche modo ci preparavano alle feste natalizie, sempre arricchiti di momenti fantasiosi e immaginari.
La polenta
Gli invasori che provenivano dai regni che si trovavano ai confini orientali dell’Impero Romano avevano lo scopo di annientarlo lasciandosi dietro solo distruzione, così che molte città del Veneto furono devastante e saccheggiate, Treviso, Altino, Aquileia, Concordia, Padova e Chioggia. I loro abitanti per cercare rifugio e protezione si nascosero dai pescatori della laguna dell’alto Adriatico, qui trovarono una ospitalità e un aiuto concreto e riuscirono a condividere con i pescatori ogni sventura, ed infatti quelle persone che vivevano in quelle misere capanne furono veramente ospitali e con condivisione riuscirono a fondare un nuovo centro di vita nel mezzo della laguna su barene di sabbia e canneti. Avevano già sperimentato la stessa esperienza con Marco l’evangelista, sbalzato anche lui da una barca durante una tempesta, curato e confortato prima della sua ripartenza per Alessandria d’Egitto costui li aveva coinvolti in una delle esperienze più importanti della loro storia.
Ciò portò alla nascita di Torcello, Malamocco ed infine Venezia, una città che in breve tempo è diventata la più importante del golfo dell’Adriatico. Con l’accoglienza di queste nuove persone: commercianti, artigiani, banchieri, letterati, si diede origine ad un’incredibile progresso, si avviarono degli scambi commerciali con quei popoli che abitavano sull’altra costa del mare Adriatico. Così che i veneziani impararono a conoscere il mare e diventarono dei bravissimi navigatori raggiungendo porti lontani come quello di Costantinopoli o altri della Grecia, Turchia, dell’oriente e del nord Africa, in questo modo constatarono lo sfascio del regno di Bisanzio e così ne assunsero la sua protezione, presero in dote la sua enorme ricchezza intensificando gli scambi commerciali, portando a Venezia ogni merce che potesse renderla sfolgorante e bella, oltre che ricca e potente e fin oltre il 1500, in un incontrastato potere commerciale, divenne il luogo di scambi per tutta l’Europa che dalle Corti più importanti si recava a Venezia per acquistare le merci che provenivano dall’Asia: Libano, Persia, Egitto, Turchia, India e Cina tanto per citare qualche luogo ed anche da buona parte del nord Africa, ma anche dalla Dalmazia, Grecia, Illiria e altri paesi ancora.
Read MoreUn baccalà di montagna
Conoscere come si vive in montagna è sempre un ottimo esercizio perché se approfondiamo i loro usi e costumi ci rendiamo conto di come la vita non ha mai riservato loro quelle determinate soddisfazioni che si hanno per coloro che vivono in pianura. Infatti per i montanari è spesso segnata dalla fatica e dal sudore, per ottenere il minimo sostentamento quotidiano, e durante la stagione invernale è amplificata dalle condizioni di disagio che si manifestano quando copiose e prolungate nevicate impediscono a volte la sola uscita da casa e così si deve far ricorso a degli utili insegnamenti trasmessi da secoli di esperienza, di generazione in generazione tra queste genti che risiedono nei villaggi delle zone dolomitiche, non sono le situazioni dei giorni nostri ma di pochi decenni fa quando le masse di turisti erano pressoché inesistenti.
Percorrendo delle strade poco asfaltate, quasi sempre di sterrato quando si doveva raggiungere le località di montagna dalla vicina pianura salendo verso l’Altopiano di Asiago, lo stesso per arrivare sul Cadore e nel Comelico, queste difficoltà però non hanno mai scoraggiato i venditori ambulanti di tutti i generi che impiegavano giorni prima di raggiungere i villaggi che oggi raggiungiamo con facilità e che conosciamo bene.
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