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Il cambio di stagione

Posted by on Giu 18, 2016 in Diario, La casa, la corte | 0 comments

Quando arrivava la bella stagione e le temperature cambiavano sensibilmente, in tutte le case si assisteva alla grande frenesia di questo cambio di stagione. “El cambio de stajon” voleva dire disfarsi di tutti gli indumenti usati durante l’inverno e tirar fuori dai bauli adagiati sugli angoli delle stanze o negli stanzoni enormi del sottotetto chiamati solitamente i granai, “el granaro”, perché luogo adatto alla conservazione delle granaglie raccolte durante la mietitura, sempre ben controllato dai gatti intenti a distruggere i topi che si annidavano, sia cacciandoli che facendoli fuggire lontano.

Dalle soffitte si tiravano fuori i capi più leggeri, di cotone o di canapa, adatti al clima più caldo dell’estate che stava arrivando e si mettevano a riposo quelli invernali fatti di lana, velluto o cotone pesante, si tiravano giù i materassi fatti di crine per sostituire quelli di lana più adatti alla stagione più fredda. Nelle case di campagna il guardaroba non era mai troppo voluminoso, al massimo si potevano scovare fuori un paio di cambi di tutto il necessario tra camice, pantaloni, canottiere, mutande, lenzuola, federe, un copriletto, degli asciugamani, pochi calzini perché si stava quasi sempre scalzi, in più c’era un completo da festa in tinte scure che poteva andare bene sia per le cerimonie religiose come qualche matrimonio anche se d’estate erano piuttosto rari perché tutti erano impegnati a lavorare o per qualche funerale e poteva anche succedere perché alla morte non interessava se molti erano impegnati in tantissimi lavori nei campi.

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Fritto, frittate, frittelle

Posted by on Mag 15, 2015 in Ricette del Dogado | 0 comments

La città di Venezia sin dalla sua fondazione ha basato la sua economia sui commerci con il mondo orientale diventando un grande polo artistico e culturale in costante osservazione da tutta Europa e molto spesso le corti italiane e straniere ne imitarono la genesi trasferendone molti aspetti sia politici che organizzativi, oltre ad esserne essa stessa contaminata dalla presenza costante di commercianti che provenivano dalle corti estere. basti pensare alla cucina che piano piano si evolveva quando prendeva spunti dalle ricette che provenivano da Costantinopoli o da Ragusa, dalla Morea o da Cipro, così pure da Creata o da Antiochia, solo per citare alcuni luoghi importanti frequentati dai mercanti veneziani. I banchetti veneziani si arricchirono di nuove specialità, i gusti si moltiplicarono e si mescolavano assieme alla scoperta di ingredienti che si trovavano esclusivamente nei mercati orientali, basti ricordare le spezie o i procedimenti per realizzare alcuni piatti che ancora oggi siamo in grado di assaporare.

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Potenza dei salmi

Posted by on Lug 10, 2014 in Diario, storie paesane | 0 comments

Questo articolo potrebbe cominciare così:No ghe se più i preti de na volta” e sì perché al parroco o al prete come lo si vuol chiamare gli venivano attribuiti dei poteri che al giorno d’oggi sembrano scomparsi.

Inizio col raccontare un episodio che narrava un parroco del mio piccolo paese, Ronchi del volo, che si trova nella bassa padovana, ma non troppo distante dalla città, lo ricordo molto bene perché ad ogni racconto lui aggiugeva dei dettagli che lasciavano stupiti e forse lui stesso lo arricchiva di particolari per renderlo affascinante e misterioso allo stesso tempo.

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