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Un bel ricordo pieno di sorprese

Un bel ricordo pieno di sorprese

A volte un ricordo spalanca alla curiosità e ti fa allargare lo sguardo a delle incredibili sorprese come in questo racconto. A metà degli anni settanta con un gruppo di amici decidiamo di fare una scampagnata sui Colli Euganei, una meta piuttosto consueta e spesso frequentata sia per la bellezza di percorrerli in bicicletta, partendo dalla pianura e proprio da un paese del Conselvano, sia per la possibilità di misurarsi nelle imprese sulle salite e discese in gare di resistenza e velocità. Appena giunti ai piedi dei Colli uno di noi ci invita a raggiungere una casa dove alloggiano dei parenti per un breve saluto. Così non è stato perché sua zia ci accolse con animata e affettuosa gioia, era anche attenta alla cottura del pane e voleva farcelo assaggiare assieme ad alcune fette di salame, occorreva attendere alcuni minuti così ci consigliò di salutare le sue figlie che avevano trascorso la notte in un capanno di fortuna e sistemato sul pendio del colle dietro casa. Siamo corsi verso questo posto passando per un grande prato pieno di fiori e senza far rumore abbiamo raggiunto questa piccola dimora dove si sentivano delle risate e delle frasi che le due ragazzine si scambiavano, con cautela ci siamo avvicinati e poi le abbiamo salutate senza nascondere timore e imbarazzo, ci sembrava di aver distratto la loro intimità e così poco dopo frettolosamente siamo scesi fino alla casa dove ci aspettavano i panini di salame e pure una bella fetta di dolce. Tutti felici abbiamo ringraziato la zia e divorato quelle bontà, poi via di corsa per riprendere la nostra gita pedalando verso Arquà Petrarca.

In questi giorni ho ripensato a questo momento e ho voluto ricomporlo ma una bella sorpresa mi si stava aprendo sotto gli occhi.

la copertina del libro descritto in questo articolo

Prima di tutto c’è un libro di uno scrittore vicentino conosciuto e molto apprezzato: Guido Piovene che scrisse il romanzo “Lettere di una novizia” (nel 1941), una storia molto bella e ricca di colpi di scena. Una giovane ragazza Margherita dal carattere schivo e solitario, in parte provocato dalla prematura morte del padre, viene accompagnata ad un convento femminile per farle sciogliere i suoi dubbi sulla vocazione religiosa. Prima di ciò incontriamo una madre che non sa accudire a sua figlia ed è speso assorbita da varie crisi amorose, così che di fatto la ragazzina viene allevata dai nonni paterni ma alla loro morte non gli resta altro da fare che allontanarla. Finisce in un monastero che subito si rivelò pieno di restrizioni difficili da condividere a tal fine decide di confidare il suo stato d’animo ad un padre spirituale don Giuseppe Scarpa ed inizia un lungo periodo epistolare dove gli confida tutte le difficoltà e i pochi successi, piano piano lo convince che quella non è la sua vera vocazione. Il parroco incarica il suo segretario don Paolo Conti che deve indagare assieme alla madre superiora se tutto ciò è vero e decidono di interrompere il noviziato. Margherita Passi, chiamata Rita, viene rimandata nella casa materna e qui inizia una incredibile avventura amorosa con un giovane, figlio dei vicini di nome Giuliano Verdi che più avanti si scoprirà essere pure il fidanzato di sua mamma e durante una discussione che sanciva la loro separazione perché Giuliano aveva scelto l’amore della madre, lo uccide col fucile da caccia. Rita profondamente scossa viene rimandata in convento anche per nascondere l’assassinio di Giuliano ma le voci fanno presto a circolare così decide di scappare e si rifugia presso una famiglia che viveva nelle vicinanze del convento, però la sua fuga dura poco perché viene scoperta e di nuovo invitata, questa volta con la forza a ritornare indietro. Viene incaricato Giacomo il marito della cameriera di sua madre, Zaira, tenta di costringerla all’internamento ma Rita si oppone e durante una violenta discussione uccide anche costui. Rita viene arrestata e condannata al carcere dove muore di polmonite dopo solo un anno di detenzione modello.

La trama di questo romanzo colpisce un bravo regista italiano Alberto Lattuada che nel 1960 realizza un film con la partecipazione di due giovani attori molto promettenti Jean Paul Belmondo e Pascale Petit. Lasciamo alla vostra curiosità scoprire alcune bellissime immagini e questo film che si trovano nella rete di internet, legate sia alla trama che ai luoghi dove sono state girate le scene, che con la bici abbiamo incontrato e apprezzato.

vista dell’ingresso alla corte e al cortile di Villa Ca’ Valli ad Arquà Petrarca (PD) – particolare ricavato dal film “Lettere di una novizia” di Alberto Lattuada, (in alto la data della realizzazione)
vista dell’ingresso e del cortile di Villa Ca’ Valli ad Arquà Petrarca (PD) – fotografia recente 2022

Eccoci quindi alla sorpresa nata dal ricordo di quella scampagnata ad Arquà Petrarca di diversi decenni fa e la conseguente evoluzione: una bellissima gita culturale da fare assolutamente in bicicletta per rivedere quei luoghi dove sono state girate le scene del film, se volete anche in più tappe iniziando dal cortile della cantina di una bellissima casa dove il ricordo mi ha riportato, Villa Ca’ Valli ad Arquà Petrarca oggi è la sede della cantina della famiglia Loreggian, qui è stata girata la trebbiatura ed è la casa dei nonni di Margherita (Pascal Petit), poi si scende verso est e si raggiunge Monticelli e si arriva a Battaglia Terme per percorrere l’argine fluviale, che è pure parte dell’anello ciclabile dei Colli Euganei, per raggiungere Padova e precisamente il Prato della Valle dove Margherita (Pascale Petit), ma per tutti Rita, assieme a Giuliano Verdi (Jean Paul Belmondo) hanno discusso anche del loro futuro gustando un fresco gelato ai bordi dell’Isola Memmia. Altre immagini sono state girate in un angolo di Padova dove si trovava l’ingresso del notaio e lungo la Riviera del Brenta, poi veloci verso Chioggia per fermarsi nei pressi di piazza Vigo per mangiare qualcosa in una delle trattorie con i tavolini sulla riva, come hanno fatto i nostri due protagonisti.

Chioggia, la trattoria con i tavolini sulla riva
Codevigo, valle dei Millecampi, (PD), il Cason delle Sacche dove avviene il delitto passionale

Al ritorno volgiamo lo sguardo sulla laguna sud dove i due protagonisti hanno prima raggiunto Conche e poi il Cason delle Sacche in valle Millecampi (comune di Codevigo), luogo di alcune scene amorose tra Giuliano e la madre di Rita, Elisa. In questo luogo Giuliano viene ucciso da Rita cieca di gelosia con due colpi di fucile, e in preda al panico fugge via velocemente. Visitato questo luogo ci si avvia per raggiungere l’argine del Bacchiglione pedalando verso il tramonto, si attraversano i territori di Correzzola, Pontelongo, fino a Bovolenta, per poi deviare sull’argine del Vigenzone oltrepassare Gorgo e Cagnola, Due Carrare (ad essere precisi Carrara santo Stefano, località ponte di Riva), e raggiungere Battaglia Terme, per vedere Villa Selvatico dove sono state girate molte scene con le protagoniste Margherita, sua madre Elisa Passi (Hella Petri) e la perfida cameriera Zaira (Elsa Vazzoler) e poi più avanti a Valsanzibio nella villa Barbarigo, ricordiamo le scene con Giuliano nel giardino della villa Barbarigo Pizzoni Ardemani seduto sul parapetto posto al centro del labirinto, terminiamo la gita da dove siamo partiti a Villa Ca’ Valli di Arquà Petrarca per concederci un buon aperitivo sorseggiando un buon bicchiere di vino della cantina Loreggian, sarà sicuramente una esperienza importante e senza dubbio da ricordare per molto tempo.

il labirinto di villa Barbarigo Pizzoni Ardemani a Valsanzibio di Galzignano Terme (PD)

L’altra escursione si sviluppa nei pressi del convento dove si era ritirata Margherita durante il noviziato, il monastero di san Fortunato vicino a Bassano del Grappa, si può dire anche poco perché le scene sono quasi tutte all’interno del convento con una breve partitura sulla piazza di Bassano. Le ultime scene riguardano il processo per omicidio, sono eseguite in un tribunale forse quello di Padova, il dibattimento vede coinvolti alcuni testimoni e tra questi la madre superiora, Lilla Brignone , la madre di Rita, Hella Petri, ma soprattutto la cameriera di casa, Zaira, Elsa Vazzoler e anche il pubblico ministero Emilio Cigoli che deve risolvere questo intricato caso dove meschinità e menzogne sono le vere protagoniste di tutta questa drammatica vicenda, preoccupati tutti di salvare i propri interessi, infatti don Paolo Conti, Massimo Girotti non è presente perché schiacciato da tanta falsità.

un sacchetto di bussolà il pane biscotto tipico di Chioggia

Legati al romanzo e al film i bei ricordi di una escursione unica, incontriamo le dimore storiche di Villa Barbarigo di Valsanzibio, ma pure la vecchia villa Ca’ Valli di Arquà Petrarca dimora e sede della cantina che appartiene alla famiglia Loreggian: www.viniloreggian.it, le ville della Riviera del Brenta, la cittadina veneziana di Chioggia, la valle dei Millecampi di Codevigo con il Cason delle Sacche, i bussolà di Chioggia mordicchiati dai protagonisti e la grappa Nardini bevuta da Jean Paul Belmondo durante la cena a Chioggia.

Per scrivere questo articolo ho fatto delle ricerche sulla rete: Wikipedia per le notizie storiche riguardo al romanzo di Guido Pioveve “Lettere di una novizia” editore Bompiani, il film con lo stesso titolo prodotto da Carlo Ponti per la regia di Alberto Lattuada, la foto della locandina e del fotogramma con villa Ca’ Valli sullo sfondo e YouTube per la visione del film.

Le foto a colori sono di Paolo Nequinio. Inoltre è doveroso un gradito e appassionato ricordo a Jean Paul Belmondo e Alberto Lattuada deceduti uno a settembre dell’anno scorso 2021 e l’altro nel 2005 ai quali rivolgiamo un caloroso abbraccio, un attore e un regista tra i più bravi del Novecento.

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