Pages Navigation Menu

foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

La mancia

La mancia, è una piccola ricompensa elargita ad una persona che poco prima ci ha reso un servizio, quando eravamo bambini invece si trattava di una ricompensa che ci veniva donata dopo che avevamo recitato la poesia imparata a memoria, in occasione di una festa importante, Natale, Capodanno, Pasqua, o nelle feste speciali come quella dedicata alla mamma, o al papà, o dopo la cerimonia del matrimonio per i due novelli sposi.

recita della poesia ai novelli sposi

recita della poesia ai novelli sposi

Ma anche durante il canto della “chiarastella” nel periodo dell’Avvento, o a Capodanno quando si passava di casa in casa per avvertire dell’imminente “passaggio dei Re Magi” e poi al primo di Marzo che si avvisava dell’ormai fine dell’inverno ed era prossima la primavera, “el bati marso”. Questi giorni ci facevano ben sperare sulla ricompensa, ci si muoveva in gruppo e la donazione era sempre assicurata anche se alle volte “in natura”, dolcetti, biscotti, qualche caramella, delle frittelle o dei bussolà dolci, dei cioccolatini e potevano essere di una certa entità.

Si doveva imparava una poesia o una filastrocca da recitare in pubblico e se veniva eseguito in casa ci si metteva sopra ad una sedia o addirittura sopra ad un palco se la festa era solenne. Erano situazioni che ci coinvolgevano molto, la preparazione della parte di commedia che da soli o assieme agli altri poi dovevano ripetere davanti a tutti o davanti al pubblico dei familiari, dei parenti, del paese intero.

Alla fine della recita, oltre agli applausi, qualcuno degli adulti presenti allietato dai versi in rima che avevamo detto, allungava le mani nelle tasche per prendere un soldino che poi ci consegnava orgoglioso e felice come per dirci che eravamo stati bravi e non avevamo saltato parole facendo poche imperfezioni.

Si saltava di gioia quando si ricevevano questi piccoli doni diversi dalle caramelle, perché i soldi servivano ad incrementare il piccolo gruzzolo da usare in caso di necessità.

La maestra ci insegnava la poesia adatta alla circostanza, con tanta pazienza e impegno e ci aiutava ad un intenso lavoro di memoria, per non farci fare brutta figura durante la recita, altre volte erano le suore dell’asilo che ci preparavano alla rappresentazione teatrale per le feste importanti del paese: l’arrivo di un nuovo parroco, ad esempio, o quando era stato appena consacrato, o quando se ne andava in un’altra parrocchia, le recite si facevano anche per una novizia in partenza per il convento, o anche per tutti gli anniversari importanti che l’intera comunità parrocchiale viveva in forma solenne.

L’aria di festa che si respirava era tanta e dopo la fatica si correva tutti verso i tavolini imbanditi di tazze di cioccolato caldo da inzuppare con i biscotti, disposte sui tavolini delle aule dell’asilo (adesso si chiama scuola materna o dell’infanzia). I bambini che non sapevano aspettare la fine della cerimonia si appartavano per contare i soldi che avevamo ricevuto come ricompensa. Se si contavano delle cifre importanti allora la gioia aumentava.

Sarebbe molto bello se capitasse anche qui e in forma libera far scivolare le mani in tasca per tirar fuori quel soldino messo da parte per l’occasione, proprio come si faceva una volta, quando ci si ritrovava tutti riuniti nella casa dei nonni per la “festa importante”, i grandi ascoltavano la poesia e poi qualcuno di loro ci offriva “la mancia” e senza ripeterci vogliamo ricordare un proverbio “sensa bessi no canta gnanca l’orbo”, “senza soldi non canta neppure il cieco”. Grazie di cuore a tutti.

Qui sotto il codice IBAN dove far arrivare la vostra generosità:Cod.-IBAN

La foto grande arriva dalla collezione di Luisa C. e mostra una recita parrocchiale con l’attore che sta esponendo la sua commedia, ma c’è anche chi apre e chiude le tende del sipario, sull’angolo a sinistra.

La foto dell’articolo arriva dalla collezione Bollettin di Correzzola, un paese del padovano.