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Il Cassetto dei Ricordi

Il Cassetto dei Ricordi

È un cassetto di casa, posto in un luogo “sicuro”, vicino, dove potervi accedere ogni volta che ci attrae, sono riposti tanti momenti della vita, ben vissuta, dignitosa, accompagnata da esperienze felici e dolorose. Questo scrigno riposto nel comò di una camera o in quel grande mobile del “tinello”, così si chiamava quello che oggi è diventato il salotto di casa, sono conservati i sospiri, le apprensioni, i sorrisi, i momenti gioiosi, le conquiste e le sconfitte.

Rovistandolo ogni tanto scende una lacrima perché il ricordo si fa più intenso, vivo e rianima alcuni momenti della nostra vita infatti ci può far riscrivere altre esperienze da dire e farle diventare nuove storie “per sempre”.

Quando abbiamo cominciato a raccoglierle poteva sembrare un’impresa poco esaltante, facile incontro con i lutti vissuti dalle persone che sono ferite che non si rimarginano mai, ma piano piano, si sono rivelati degli episodi che, ridanno linfa alla vita, quella che più aiuta il presente e da questa idea uno stimolo a proseguire perché amata da chi ha offerto i loro contributi per farlo diventare un bel archivio utile per chi vive nel nostro territorio.

La foto postata fa vedere la famiglia di mio nonno nell’anno 1925 quando cominciò l’attività di “casaro”, in territorio dei “Pratiarcà”, una distesa di prati destinati al foraggio per alimentare le mucche, i cavalli, le pecore, animali da cortile, galline, anatre, conigli, maiali e asini.

Poco meno di una decina d’anni prima in questi prati venne edificato un hangar che doveva ospitare un velivolo usato da Leonino da Zara, un luogo ideale quindi per effettuare le sue prime esperienze aviatorie col suo Voisin con motore Rebus fino a diventare il primo aerodromo civile d’Italia e da quei prati iniziò la conquista dei cieli con Leonino da Zara iscritto tra i primi pionieri dell’aria in Italia. Una ragione sufficiente per conquistare una certa fama, in questi prati tutta la borghesia padovana e pure italiana calpestarono l’erba dell’aerodromo, dai principi di casa Savoia, le dive dello spettacolo, il “Vate” Gabriele d’Annunzio, che qui perfezionò la preparazione per il volo su Vienna effettuato partendo dai prati antistanti il Castello di san Pelagio (località di Carrara san Giorgio, vicino a Padova) il 9 agosto 1918.

La foto fa parte dell’archivio della famiglia Nequinio e ritrae il nuovo Caseificio ai Prà che mio nonno Giuseppe avviò nella seconda decina del 1900. Si vedono il nonno Giuseppe e la nonna Luigia, i primi figli Emilio, Antonia, e poi le persone accolte a servizio il nipote Adolfo il ragazzo sulla sinistra e Codogno Isetta la ragazzina sulla destra.
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