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foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

Fritto, frittate, frittelle

Posted by on Mag 15, 2015 in Ricette del Dogado | 0 comments

La città di Venezia sin dalla sua fondazione ha basato la sua economia sui commerci con il mondo orientale diventando un grande polo artistico e culturale in costante osservazione da tutta Europa e molto spesso le corti italiane e straniere ne imitarono la genesi trasferendone molti aspetti sia politici che organizzativi, oltre ad esserne essa stessa contaminata dalla presenza costante di commercianti che provenivano dalle corti estere. basti pensare alla cucina che piano piano si evolveva quando prendeva spunti dalle ricette che provenivano da Costantinopoli o da Ragusa, dalla Morea o da Cipro, così pure da Creata o da Antiochia, solo per citare alcuni luoghi importanti frequentati dai mercanti veneziani. I banchetti veneziani si arricchirono di nuove specialità, i gusti si moltiplicarono e si mescolavano assieme alla scoperta di ingredienti che si trovavano esclusivamente nei mercati orientali, basti ricordare le spezie o i procedimenti per realizzare alcuni piatti che ancora oggi siamo in grado di assaporare.

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Tre uova prese di nascosto

Posted by on Mar 27, 2015 in Diario, La casa, la corte | 0 comments

“Tre ovi tolti de scondon” poteva essere questo il titolo della breve storia che vi voglio raccontare.

Antonella e Laura erano grandi amiche, frequentavano la stessa classe e vivevano in due case vicine e sulla stessa via, le abitazioni erano una di fronte all’altra e perciò nei pomeriggi liberi, dopo la scuola si trovavano spesso a giocare insieme. Dentro alla proprietà di Antonella e vicino alla casona si trovava della vigna, non troppe piante, utili alla famiglia, di fronte all’uscio di casa c’era una baracca e dietro ad essa la stalletta del maiale, poco più in là dove terminavano i filari c’era uno spiazzo di prato tutto recintato da una siepe alta che proteggeva la cesura e le viti dalle folate di vento. In questo angolo quasi intimo le due bambine avevano portato dei ceppi di legno per improvvisare una specie di salotto che occupavano nelle giornate di bel tempo, dove intavolavano dialoghi e faccende con le loro due bambole di pezza. 

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