La Mille Miglia

La Mille Miglia è una gara di velocità e di regolarità effettuata con automobili da corsa prodotte da varie marche automobilistiche e si sviluppava nelle lunghezza di Mille Miglia, partiva da Brescia e poi girava attorno al paletto posto a Roma e ritornava nella città di partenza dopo che si era percorso il tragitto passando per molte città e paesi di parte dell’Italia del nord e del centro. È tuttora nei ricordi che mi ha lasciato il mio papà che mi raccontava che partiva in bicicletta con alcuni suoi amici per raggiungere il luogo più vicino al passaggio delle auto, di solito la statale 16, in quella località Mezzavia, vicino a Montegrotto Terme. Ai giorni nostri si cerca di rievocare questa gara che affascinava e tuttora affascina molte persone e molti spettatori che si distribuiscono lungo il percorso.
Auto potenti che rombavano alzando fumo e polvere e un forte odore di benzina, qualcuno riusciva a riconoscere qualche modello ma erano pochi anche perché nessuno aveva mai visto quelle auto in circolazione, infatti erano ben poche quelle che si vedevano in giro e tanto meno quelle sportive per cui era proprio un’eccezione incrociarle. Questa gara di velocità su strada attirava parecchi estimatori e alcune volte venne sospesa, durante la guerra, o perché a causa di qualche incidente mortale molto grave dove il corridore aveva rischiato grosso lanciando a tutta velocità la sua vettura coinvolgendo anche persone spettatori, la velocità ha sempre creato una certa attrattiva e alimentato delle leggende su questo o quel corridore.
Quest’anno mi sono preparato anch’io per poterla vedere, sono partito con la mia macchina fotografica per raggiungere la località Pigozzo proprio di fronte al castello del Cataio di Battaglia Terme e ho atteso il passaggio di questi bolidi. Veri pezzi unici sfilavano davanti ai miei occhi e tanto erano perfette che mi sembrava di rivivere il tempo raccontato dal mio papà anche se le auto di quegli anni trenta erano dei prototipi di altre auto che poi dovevano gareggiare nei primi circuiti di velocità.
L’emozione che ho avuto è stata molto forte e ho provato ad immaginare le stesse emozioni che avevano vissuto altri giovanotti degli anni trenta del Novecento, me li immaginavo vestiti con i pantaloni “a sport” rimboccati in modo da non ungerli sulla catena senza protezioni e piena di grasso viscido e color nero pece, inoltre facilitavano la pedalata senza impigliarsi sulla catena. Questi giovani esaltati, nel buio della notte, sentivano arrivare le auto e di certo non riuscivano a contenere la loro gioia appena vedevano i fari da lontano, già qualcuno di esperto di motori riusciva a capire a quale modello apparteneva quella che si avvicinava.
Di seguito alcune fotografie sulla odierna Mille Miglia e alcuni modelli di automobili che mi sono passate davanti, così i nuovi esperti riusciranno ad individuare il modello che è sfrecciato davanti ai miei occhi. Io sono rimasto affascinato dal loro portamento e con sullo sfondo il castello del Cataio sono anche più belle.



A metà mattinata ho fatto una pausa dentro ad un bar del posto e ho ordinato un aperitivo, poi assieme al barista ci siamo divertiti a far memoria di quali erano le bevande che potevano aver bevuto gli appassionati spettatori delle Mille Miglia di parecchi anni fa, facendo un elenco c’era il Marsala e il Vermuth, per primi poi arrivava l’ Elisir di China, con i biscotti inzuppati dentro a questi liquori di bassa gradazione alcolica e molto confortanti dopo una notte passata a guardare le auto che passavano senza temere il freddo e la stanchezza un poco intorpiditi però e di nuovo pronti ad affrontare il nuovo mattino recandosi diretti al lavoro o all’istituto scolastico per quello che ne possedevano le abilità.
Abbiamo ricordato anche un liquore molto “nostrano” il Vov della Pezziol, uno zabaione imbottigliato in una bella bottiglia bianca opaca e vestito con due etichette dai colori vivi, giallo, blu, rosso e sul davanti il logo della basilica del Santo di Padova con la scritta “zabajone confortante“. Ne è uscito il mio evidente piacere per questo liquore e di quando qualche volta ne bevevo dei piccoli assaggi dalla bottiglia posta dentro al mobile, ma solo di nascosto e mi piaceva proprio, senza farmi notare e con azioni rapide lo versavo dalla bottiglia in un cucchiaio bello grande, solo che un giorno si volle offrire il liquore ad un’altra persona e dato che la bottiglia non faceva notare il suo contenuto durante l’inclinazione della bottiglia scesero pochissime gocce del liquore lasciando sorpresi tutti. Il mio sedere infuocato dalle sculacciate servì ad interrompere quel rito di benessere che il Vov lasciava quando riempiva la bocca di sapore.
Le fotografie sono tutte della collezione di Paolo Nequinio.