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Si quaeris miracula

Posted by on Feb 18, 2020 in Diario, pellegrinaggi | 0 comments

SI QUAERIS MIRACULA, SE CERCHI I MIRACOLI, sono le prime parole di una antichissima preghiera rivolta a sant’Antonio da Padova. Già in altri articoli ho scritto la storia di Fernando da Lisbona, un giovane che poi decise, per vocazione, di farsi monaco, prima con gli Agostiniani e poi “frate” con i “minimi” di frate Francesco di Assisi. Prese il nome di Antonio e visse una vita intensa e ricca di avvenimenti a volte prodigiosi che credo molti conoscono abbastanza bene.

Fu un grande predicatore, tanto da attirare molta gente ai suoi sermoni, percorse molte strade dell’Italia del centro-nord per poi arrivare nel territorio padovano che a quel tempo era dominato da un crudele “signore”, Ezzelino da Romano. Aveva sottomesso con ferocia i suoi sudditi usando tutti i mezzi con polso duro e violento e chi non seguiva le sue leggi veniva carcerato o ucciso. Antonio provò a fronteggiarlo ma senza successo perciò le persone avevano perso ogni speranza di vita dignitosa, costrette a subirne le sue continue provocazioni.

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La Salute

Posted by on Nov 27, 2014 in Diario, pellegrinaggi | 0 comments

Sul calendario in vigore in Italia ad ogni giorno è legata una memoria e così durante le funzioni religiose si ricordano persone o avvenimenti di quella data. Si ricordano uomini e donne che dopo una vita eroica sono stati elevati agli onori degli altari, iscritti nell’annuario dei santi. Si ricordano anche avvenimenti che hanno un particolare rilievo pastorale e che sono di ausilio per la conoscenza e la crescita devozionale dei fedeli che per loro scelta hanno deciso di seguire l’esperienza cristiana. Il 21 novembre si ricorda, nella tradizione, la presentazione della Vergine Maria al tempio. Ma Maria, dice ancora la tradizione, venne scelta da Dio Padre per farla diventare la madre di Gesù Cristo e quindi dopo il sì di Maria tutta la sua vita assunse un’importante missione che cambiò completamente il destino di moltissime persone.

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Un quaresimale al Santo

Posted by on Apr 15, 2014 in Diario, pellegrinaggi, storie paesane | 0 comments

 Senti tosa te me ghe da fare un piasere grande, mercore te ve al Santo e te scolti el quaresimae e po te ghe domandi na benedision par noaltri che ghe ne avemo de estremo bisogno”.

Se fosse difficile la traduzione di questa frase visto che il veneto non tutti lo conoscono allora ecco cosa si sono dette madre e figlia dopo la tragedia avvenuta in casa con la morte improvvisa del figlio e anche fratello di una di queste due ragazze che si sono recate alla basilica di sant’Antonio a Padova per assistere alla predica di quaresima e poi guadagnare la benedizione finale.

“Senti figliola, tu mi devi fare un grande favore, mercoledì (mercoledì santo) ti recherai al Santo (la basilica di sant’Antonio) e poi chiederai una benedizione speciale per noi che in questo momento è necessaria (la morte improvvisa del figlio aveva creato parecchio sconcerto in tutti)”.

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La bicicletta

Posted by on Feb 21, 2014 in Diario, gite, pellegrinaggi, storie paesane | 0 comments

La bicicletta non è mai stata solo un mezzo di svago o passatempo come viene usata oggi da molti appassionati e realizzata con le migliori tecniche e materiali per renderla leggera e performante, alcuni modelli si possono usare su ogni superficie stradale. Un tempo veniva usata molto spesso per spostarsi per andare al lavoro vista la carenza di altri mezzi di trasporto ed era fatta di ferro aveva pneumatici di gomma piena, usava dei freni a bacchetta e dei tappi per ridurre la velocità costruiti artigianalmente dal meccanico del paese, aveva un lumino per illuminare la strada di notte che usava del liquido infiammabile, una sella di cuoio resistente e delle molle per attutire le frequenti buche del pavimento stradale. La robusta catena veniva oliata con del grasso per non farla cigolare ed era senza alcuna protezione così costringeva il ciclista ad alzare i pantaloni per non sporcarli di unto tanto che ad un certo punto sono diventati di uso comune soprattutto dai militari che per lo stesso scopo non si sporcavano di fango durante le trasferte, inoltre questo modello “sport o alla zuava” permetteva di non impigliare la stoffa del pantalone tra le maglie della catena, lacerandola.

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