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foto, lettere, diari, poesie, racconti, ricette

Un fia’

Posted by on Apr 5, 2019 in Diario, la cucina, storie paesane, viaggi | 0 comments

“Un fia’!” sta a significare il tempo di “un respiro”, poche lettere, però da sempre dette come unità di misura, un modo di dire una affermazione e a volte un imperativo. “Un fia’!” vuol dire un poco. Quanto? Un poco, non importa quanto, un po’ è un poco e basta, di seguito cercherò di spiegarlo elencando una serie di circostanze, piccoli episodi dove viene usato, temendo di non presentarli tutti. 

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Case, casoni, casini veneziani

Posted by on Apr 17, 2018 in Diario, gite, La casa, storie paesane | 0 comments

Un articolo che si collega agli altri scritti in questo sito, basta andare a vedere tutte le notizie sulla nascita di Venezia; uno sparuto gruppo di casupole chiamati “casoni” costruiti con dei materiali presi direttamente dal luogo dove vivevano questi pescatori di valle, legno, argilla e canne palustri, mentre nel loro interno piuttosto misero il legno era il prodotto essenziale usato per l’arredamento a parte il focolare costruito in argilla cotta (oggi nella laguna si trovano alcuni casoni restaurati, da visitare se sono aperti come quelli del passo della Fogolana in località Conche di Codevigo).

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Beata ignoransa

Posted by on Gen 16, 2017 in Diario, storie paesane, Visti da vicino e da lontano | 0 comments

“Beata ignoransa” oppure “beata ignoranza” molto spesso questa affermazione viene rivolta ad un giovane che vuole apparire sapiente e non lo è, ti racconta dei fatti che “no sta né in cieo, né in tera”, non trovano riscontro, perché non hanno la loro dovuta documentazione. 

Alcuni anni fa ho letto un articolo di un giovane giornalista di un noto quotidiano locale che affermava con particolare disappunto che a Venezia esiste la Riva degli Schiavoni e altro non è che il luogo dove ormeggiavano le navi cariche di schiavi perché nella Repubblica di Venezia sin dai tempi della sua espansione territoriale, le navi che tornavano dai viaggi, portavano anche delle persone di quei luoghi e ridotti a schiavi da utilizzare nelle dimore che si stavano allestendo nella nascente e poi consolidata Repubblica Serenissima. Nulla di più sbagliato perché gli “schiavoni” altro non erano che i popoli della vicina Dalmazia, Illiria, Croazia, che data la loro origine slava, venivano chiamati dai veneti “s-ciavi” o anche “s-clavi” e alla fine “schiavoni”, uomini e donne che per vari motivi arrivavano a Venezia e qui occupati in varie mansioni, in altri articoli ho scritto il valore di alcuni slavi che hanno reso lustro a sé stessi e a Venezia dopo aver conseguito la laurea studiando all’Università di Padova. Quindi questa riva è stata così nominata perché le barche della “S-ciavonia” si fermavano e ripartivano con particolare frequenza. Poi per completare l’argomento bisogna dire che Venezia fino alla metà del Quattrocento non ha mai conquistato territori ma bensì li ha “legati a sé” e poi amministrati ed erano in prevalenza piccole cittadine lungo la costa Dalmata usati come porti di transito e di commercio per i suoi traffici, lo stesso discorso si equivale con le città italiane del salentino pugliese. Le cose cambiarono dalla metà del Quattrocento quando i veneziani occuparono le terre delle altre Signorie poste ai confini della Repubblica arrivando fino a Bergamo.

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Ricordi e propositi

Posted by on Mar 22, 2016 in Diario, gite, Visti da vicino e da lontano | 0 comments

Lo spazio che ci siamo creati realizzando questo blog ha lo scopo di far rivivere alcuni ricordi che poi cerchiamo di approfondire, mescolandoli con delle ricette che sono frutto di antichi riti e tradizioni. A volte li abbiamo inseriti dentro a delle vicende storiche per dar loro importanza, così da non renderli delle novelle fantastiche. Sono diventati dei racconti e per questa ragione stimolanti, frutto di una nostra curiosità colta dai libri che abbiamo comprati o trovati in giro nei mercatini, dove anche ci troviamo le foto che poi mettiamo nella narrazione. Alla fine poi, questi racconti, ci indicano la via per scoprire alcune ricette che sono la gioia del convivio, quello stare insieme che fa bene alla vita.

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Baccalà ai sapori d’oriente

Posted by on Mar 29, 2014 in Diario, La casa, la cucina, viaggi | 0 comments

V enezia è una città nata sul mare, sulla laguna per la precisione, ma non è da intendersi una città di mare, molto diversa da Genova, Trieste, Napoli e così via. Sono popolazioni in fuga a farla sorgere sulle barene di sabbie e limo di riporto dei fiumi che vi sfociano, scappano dalla devastazione operata dalle tribù guerriere dell’est che vogliono occupare quello che resta del più potente impero mai conosciuto, l’impero di Roma. Siamo ben oltre la metà del primo secolo dopo Cristo e le ricche città di Aquileia, Altino, Eraclea, Treviso, Padova, Este, vengono saccheggiate, tutti fuggono per salvarsi e migrano altrove in cerca di rifugio e lo trovano nelle capanne dei pescatori della laguna che si accontentano di far posto agli sfollati. E sono in molti, troppi, da dover occupare le altre barene creando un grande villaggio che doveva fare i conti con diverse bocche da sfamare, gli orti sono insufficienti e non bastano più, così si devono cercare cibi anche altrove, navigando per mare fino alla vicina Dalmazia, Illiria, alla ricerca di generi da trasformare in pane, olio, vino e altro ancora.

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